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Il Museo Egizio di Torino

scritto da Tiziana Di Marzio

11 dicembre 2013

Il museo delle Antichità Egizie di Torino è uno dei più importanti musei egizi del mondo, secondo solo a quello de Il Cairo. La sua storia inizia nel '600 quando i Savoia acquisiscono dai Gonzaga di Mantova la "Mensa Isiaca", una tavola di bronzo intarsiato con raffigurazioni di cerimonie religiose dedicate alla dea Iside. Nel '700 Carlo Emanuele III di Savoia invia in Egitto il naturalista padovano Vitaliano Donati; dalla spedizione nella Valle del Nilo pervengono a Torino la statua della dea Iside, le statue del faraone Ramesse II e della dea Sekhmet. Il periodo tra la fine del '700 e l'inizio dell' '800 è fondamentale per la crescita del museo e per tutta l'egittologia; nel 1799 la spedizione scientifica al seguito dell'armata napoleonica nella Valle del Nilo, inizia la stesura di una documentazione che fa conoscere in Europa, ambiente, vita, costumi, arte e storia dell'Egitto di età faraonica e di lingua e cultura araba. Nello stesso anno venne alla luce nella località di Rosetta, la famosa stele con scrittura geroglifica, demotica e greca, fondamentale per la decifrazione dei geroglifici. Nel 1822 il francese Jean-François Champollion decifra i geroglifici, ponendo le basi dell'egittologia, la disciplina che studia le antichità dell'Egitto faraonico. A seguito di tali avvenimenti, consoli delle varie nazioni d'Europa, viaggiatori ed avventurieri, si dedicano alla raccolta di antichità nella Valle del Nilo e cospicue collezioni raggiungono così l'Europa. Nel 1824 Carlo Felice di Savoia acquista la collezione di Bernardino Drovetti, un piemontese che si era appassionato alla ricerca delle antichità egizie durante la sua permanenza in Egitto in qualità di console 

generale di Francia. La collezione è costituita da oltre 8000 oggetti con grandi statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti e monili ed oggetti della vita quotidiana come: vasellame, cibi, utensili, cofani e ceste, sgabelli, stoffe e oggetti di cosmesi con parti di parrucche, specchi, pettini, spilloni, vasetti per pomate e unguenti. La collezione è caratterizzata da documenti eccezionali, espressione dell'arte, delle tradizioni religiose e funerarie e della vita quotidiana. Simbolo della raccolta è la statua del faraone Ramesse II, considerata uno dei capolavori della scultura egizia dal decifratore dei geroglifici, Jean-François Champollion. La scultura più antica della collezione è la statua della principessa Redi, scolpita nella diorite al tempo della III dinastia (2800 a.C. circa). Più numerose, e documento eccezionale dell'arte egizia per un periodo di oltre quattrocento anni, sono le statue dei faraoni, delle divinità e dei dignitari del Nuovo Regno dalla XVIII alla XX dinastia. Ricordano la grandezza dei faraoni d'Egitto le statue di Thutmosi III e di Amenhotep II, i gruppi statuari di Tutankhamon e del dio Amon e di Horemheb e della regina Mutnegemet, la statua colossale del faraone Sethi II, il gruppo scultoreo di Ramesse II con il dio Amon e la dea Mut e di Ramesse II seduto su trono. Documenti altrettanto importanti sono i papiri e le immagini votive delle divinità, cui erano dedicati bronzetti, iscrizioni, statue e statuette e oggetti di culto. Interessante è la sezione delle mummie degli animali sacri, collegati al culto delle divinità. I molteplici aspetti della vita quotidiana sono illustrati dalla suppellettile di tipo domestico, che comprende vasellame per la mensa e la conservazione degli alimenti, ceste e cofani per vestiario, letti e poggiatesta, lenzuola e tele, sandali, monili e cibi. Altrettanto cospicua è la documentazione pertinente alle arti e ai mestieri con attrezzi da lavoro, quali zappe, punteruoli, martelli, crogioli di fusione, colori e una classe particolare di oggetti, costituita da schegge di calcare e cocci, usati dagli scribi e dai disegnatori per esercizi, appunti ed abbozzi di disegno. Acquisti e scavi procurano al museo oltre 30.000 antichità, che integrano il quadro sulla civiltà egizia fornito dalla collezione Drovetti, i cui oggetti provengono per lo più dalla zona di Tebe ed appartengono al periodo dal Nuovo Regno all'Epoca Tarda, quando Tebe fu capitale dell'Egitto e suo massimo centro religioso. Oltre tre secoli di storia hanno reso il museo egizio di Torino una delle collezioni più importanti, con documenti eccezionali per la ricerca egittologica e con antichità così numerose e varie da fornire un quadro della civiltà egizia dalle origini nel IV millennio a.C. fino al V-VI secolo d.C.. L'esposizione è articolata su tre piani e la visita ai settori più importanti della collezione non è inferiore a 2 ore. Un progetto di ampliamento degli spazi espositivi e di riordino della collezione è in corso per adeguare il museo al pubblico futuro con maggiori servizi informativi e didattici.

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