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Intervista a Stefano Mosca

Scritto da Roberta Magliocca

30 Maggio 2015

Le ali di Christina è l’ultimo lavoro letterario (illustrato!) di Stefano Mosca. Una favola dove una principessa c’è ma non aspetta nessun principe azzurro o di qualunque altro colore possa essere. Una favola tutta al femminile, tutta moderna “Le ali di Christina”, dove la protagonista cerca solo una cosa: salvarsi. Salvarsi, da sé. Stefano Mosca è stato molto gentile nel rilasciarci la seguente intervista.

1. Ciao Stefano, Ad Okki Aperti ti ha conosciuto alla presentazione del tuo libro (le ali di Christina, di cui parleremo in seguito), presentato dall'associazione Rain per i diritti degli omosessuali. Qual é la tua posizione in merito alla questione?

La presentazione con l’Associazione Rain era incentrata sulla libertà, tema principale del libro, e a tal proposito credo che chiunque debba essere libero di essere se stesso. Deve essere importante per la persona arrivare alla consapevolezza e accettazione di se stesso piuttosto che giustificare agli altri chi si è e perché si è così.

2. Parlaci de "Le ali di Christina", Stefano, ti va?

Le ali di Christina è una metafora sulla libertà, una fiaba illustrata che racconta le surreali vicende della piccola Christina all’interno di una torre pericolosa. Come dalle difficoltà riuscirà a giungere alla consapevolezza di se stessa e alla libertà? Spiccando il volo. Ci sono vari livelli di lettura e interpretazione. Più si scende di livello e più emergono temi legati all’individuo, come le difficoltà del quotidiano, la comunicazione e la condivisione, l’amicizia ma soprattutto la forza e il coraggio in noi stessi. La torre rappresenta le difficoltà che affrontiamo nel quotidiano o un limite della nostra mente da superare. All’interno de “Le ali di Christina” ci sono delle mie illustrazioni, così come mia la copertina, fatte a carboncino.

3. Stefano, esponici la tua idea di libertà.

Alla fine del libro ci sono le mie considerazioni sul concetto di libertà. Brevemente posso rispondere questo: spesse volte ci riteniamo liberi pur facendo parte di un meccanismo di limitazione più alto e che a volte nemmeno conosciamo e quindi non siamo totalmente liberi pur credendolo, ma facciamo parte di quella che chiamo libertà restrittiva. Questo tipo di libertà è quella che chiude l’uomo, così com’è accaduto a Christina, in un mondo fatto di vincoli, ostacoli impercettibili ma che agiscono sulle nostre scelte in modo evidente. Quando una nostra scelta sarà completamente priva da ogni vincolo allora sì che saremo davvero liberi.

4. Dopo “Le ali di Christina”, hai progetti per il futuro?

Continuerò a scrivere libri e a recensire film e libri sul mio sito www.nellastanzaconlamosca.it e prossimamente debutterò con una mostra di disegni fatti a carboncino su tela. Una mia visione sulla difficoltà di comunicazione dell’individuo.

Grazie Stefano!

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