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CI SALVA LA VACANZA

Gli arrivi di ricchi stranieri (soprattutto russi, cinesi e indiani) aumentano in maniera esponenziale

e ci portano decine di miliardi. Però noi facciamo di tutto per scoraggiarli. E quei soldi li buttiamo!

A cura di Gennaro Buonocore

22 agosto 2013

Altro che Repubblica fondata sul lavoro. Avessimo un minimo di fantasia, il nostro Paese lo fonderemmo sulle vacanze, unica vera ricchezza nazionale in grado di assicurarci un futuro. Non abbiamo infatti giacimenti di petrolio come la Norvegia (e quando li abbiamo ce ne guardiamo bene dal deciderci a sfruttarli). Non disponiamo di miniere di carbone come Russia e Germania (tuttavia ci incaponiamo ad estrarre quello a bassa qualità che nessuno vuole). Per nostra sfortuna nel sottosuolo patrio scarseggiano pure il nichel e il rame e dunque addio metalli preziosi. In compenso siamo seduti su depositi di opere d’arte e camminiamo per villaggi che se non sono opere d’arte poco ci manca. Peccato che queste grandi risorse, artistiche e naturali, non siamo in grado di farle fruttare. Lo so: qualcuno penserà che stia per scrivere le solite quattro banalità a proposito di quanto è bella l’Italia e quanto gli italiani siano incapaci di mettere a reddito sole, mare e musei della Penisola, cioè ragionamenti che si sentono al bar o sotto l’ombrellone a bordo piscina. No. Quello che sto per scrivere è frutto degli ultimi dati elaborati dai cervelloni della Banca d’Italia.

Secondo i dati il 2012 ha fatto segnare un introito di 32 miliardi di euro, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Un risultato che permette di guardare con ottimismo anche alla ripresa dell’economia, considerato che il comparto vale oltre il 10% del Pil. Ai vertici della classifica figurano i Paesi Bric dove si registra in forte ascesa la spesa dei turisti provenienti dalla Russia (+28,8% ), dalla Cina (+29%) e dall’India (+42,5%). In aumento anche gli introiti dagli Usa (+7,7%), dall’Australia (+11,2%) e dal Giappone (+12,5%). E il trend positivo sembra proseguire anche nei primi tre mesi del 2013, dove la spesa subisce una leggera flessione (da 5,1 a 5 miliardi) a causa principalmente della contrazione dei flussi turistici provenienti dall’Unione europea e in parte dall’Asia (tranne la Cina). Mentre continuano a crescere gli ingressi di visitatori che arrivano dal continente americano o dall’Est europeo. Questi numeri confermano i risultati dell’Indagine che l’Agenzia Enit ha condotto attraverso la sua rete estera presso i principali Tour Operator per verificare l’andamento delle vendite del prodotto- Italia nella stagione turistica estiva ormai avviata. In riferimento alla Cina anche il sondaggio della Cnta (China National Tourism Administration) evidenzia nei primi tre mesi di quest’anno, un trend in ascesa dell’outgoing verso l’Italia del 28,8% superiore a quello registrato dalle altre destinazioni europee. Ottimo piazzamento del Brasile (+10% di vendite rispetto all’estate scorsa), dell’Argentina, dell’India (incremento compreso tra il 5-10%), dell’Australia (+15% di aumento di vendite di cataloghi), del Giappone che si ripresenta prepotentemente nello scenario dei viaggi dove i Tour operator segnalano incrementi variabili, ma tutti a due cifre. Fra i mercati lontani si impone sempre più la Russia, le cui previsioni di crescita per i prossimi anni confermano una dinamica tra le migliori al mondo, con vendite superiori al 15% e richieste sempre maggiori per l’Emilia Romagna, la Riviera del Veneto, la Riviera di Ulisse, Sicilia, Sardegna, Ischia e Costiera Amalfitana, Liguria. Gli Usa continuano la loro robusta crescita e l’indagine dell’Enit suggerisce per la stagione estiva italiana buoni risultati con incrementi oscillanti tra l’8 e il 25%. Tra le Regioni le più gettonate risultano la Toscana, il Lazio, il Veneto e la Campania. Buone le previsioni anche per l’inbound dal Canada. Segnali di continuità si registrano dai turisti provenienti dagli Emirati Arabi che, secondo i Tour operator, richiedono esclusivamente pacchetti individuali, su misura e l’offerta dei laghi, della montagna italiana, delle località termali. Sul fronte dei bacini tradizionali, nei Paesi europei il dato più rilevante indica stabilità nelle vendite del Catalogo Italia rispetto alla scorsa stagione turistica: la maggior parte dei cittadini comunitari, secondo le risultanze dell’Eurobarometro, non rinuncia alla vacanza a causa della crisi economica, ma privilegia il turismo domestico, optando per viaggi short break. Fra otto top destinazioni europee, l’Italia sarà al primo posto per tedeschi ed austriaci, olandesi, belgi e svizzeri; buono l’andamento dal Regno Unito e dalla Francia; stabile dalla penisola iberica e dall’area scandinava. «Il nostro è un Paese che può permettersi di offrire turismo per dodici mesi all’anno e deve cercare di farlo», sottolinea il presidente dell’Enit, Pier Luigi Celli. L’Italia del turismo, aggiunge, «ha comunque il potenziale per poter reggere meglio e più flessibilmente la crisi. Bisogna cercare di rispondere in maniera adeguata e tempestiva alle richieste ed ai bisogni di un numero sempre maggiore di turisti, provenienti soprattutto dai nuovi mercati, che coltivano il sogno del viaggio in Italia e desiderano concretizzarlo al più presto». Questi dati, conclude il direttore generale, Andrea Babbi, «confermano lo straordinario prodotto che è Italia e made in Italy e per rispondere adeguatamente a tale richiesta, occorre essere sempre presenti ed innovativi su tutti i mercati, sia quelli fidelizzati che quelli nuovi che stanno emergendo con il Sistema Italia fatto con la collaborazione di Mae, Ice-Enit». I dati che emergono dalle rilevazioni dell’Agenzia sembrano ribadire quanto emerso dal rapporto sull’eccellenze italiane realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, dove si sottolineano le potenzialità del nostro Paese proprio verso i flussi turistici provenienti dall’esterno dell’Ue. L’Ita – lia, si legge nel rapporto, «non è così indietro, come talvolta si sente affermare, nell’attrarre i turisti che vengono da lontano. Infatti, nella classifica dei pernottamenti di turisti extra-Ue è prima assoluta in Europa, con ben 51 milioni di notti trascorse, un numero ampiamente superiore a quelli del Regno Unito (che si attesta a 41 milioni di notti) e della Spagna (36 milioni)». Se problemi ci sono, questi riguardano principalmente il mercato domestico, dove la profonda recessione «sta provocando una progressiva riduzione della domanda da parte dei residenti».

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