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Turismo itinerante: la crisi frena, ma non ferma!

Scritto da Gennaro Nazzaro

10 luglio 2013

Il perdurare della crisi in Italia ha comportato un andamento negativo per l’industria di tutto il comparto industriale dell’ automotive, che nel 2012 ha segnato un decremento delle immatricolazioni pari al 20%, in aumento rispetto al 2011 dove già si registrava un -10,8%. Pertanto anche il mercato dell’autocaravan ha subito una diminuzione nel 2012 del 32,6% rispetto all’annualità precedente. Ragion per cui, le aziende italiane, ben consapevoli del made in Italy, hanno puntato maggiormente sulle esportazioni. Già nel 2010, su una produzione di 12.742 veicoli, sono stati esportati ben 7.056 con una percentuale del 55,4%; nel 2011, su 12.658 sono stati portati all’estero ben 7.887 raggiungendo il 62,3%, infine nel 2012, su 9.333 veicoli prodotti, 6.943 sono stati venduti all’estero con una percentuale del 74,4%. Questo, dati alla mano, dimostra come il prodotto italiano sia molto richiesto all’estero, perché all’avanguardia tecnologicamente e con un design 

sempre originale. Analizzando nel dettaglio il mercato italiano, vediamo che, nell’anno 2012 sono stati immatricolati 6.156 veicoli, di cui 4731 camper e 1.425 caravan, con un calo del 29,4%. I trasferimenti di proprietà effettuati sono stati 18.968, raggiungendo un totale tra nuovo ed usato di 23.699 veicoli, con un calo del 16,6% rispetto all’anno 2011. Anche in Europa il settore dei veicoli ricreazionali chiude con 73.500 camper immatricolati e 73.150 caravan per un totale di 146.650, rispetto ai 156.000 dell’anno 2011 registrando un – 6,0%. Nonostante il trend negativo, ritengo che non si possa parlare di crisi del solo settore autocaravan perché, al pari di altri settori, subisce il peso di un’economia in recessione, di un ridotto potere d’acquisto da parte delle famiglie, di una difficoltà sempre maggiore d’accesso al credito e, non da ultimo, di un aumento dei prezzi carburante. Ma questo è il momento di unire le forze, magari attraverso l’enunciazione coraggiosa di nuovi paradigmi, integrando quanti più elementi possibili per perseguire un fine comune. Abbiamo bisogno di metterci tutti insieme per ottenere il massimo dei risultati. Sinergie che coinvolgano tutto il comparto del turismo all’aria aperta, partendo dai costruttori fino ad arrivare alle strutture ricettive, che siano finalizzate a migliorare anche la risposta economica. La turisticità del nostro Paese consente e permette lo sviluppo economico, impiegando molteplici risorse umane, mettendo in relazione le produzioni con il consumo, rendendo così possibile l’avvicinamento e l’ampliamento della già consolidata fascia turistica. Come un albero che, per germogliare e dare buoni frutti, ha bisogno del perfetto equilibrio tra tutti gli elementi che ne determinano la crescita, così il turismo all’aria aperta per svilupparsi al meglio, ha bisogno dell’armonica interrelazione tra le varie componenti.

Fonte: 2° RAPPORTO NAZIONALE SUL TURISMO EN PLEIN AIR IN CAMPER E IN CARAVAN 2013 (APC).

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