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Camperare all’italiana.

Scritto da Roberta Magliocca

20 settembre 2013

Qualcuno molto tempo fa ha detto che ogni lungo viaggio comincia con un primo passo. E sembra proprio che l’Italia abbia compiuto questo passo. In dietro e in avanti al tempo stesso. Indietro perché, nel nostro paese, il caravanning rappresenta l’ultima spiaggia, la ruota di scorta, una piccola, piccolissima fetta del turismo nostrano. Un passo in avanti perché l’Europa desidera il made in Italy. E se usando le parole potremmo stare qui a parlare per ore sui “perhè” e sui “per come”di questo divario tra Italia e resto del mondo, i numeri non mentono. La percentuale che indica il turismo all’aria aperta nel nostro paese nel 2012, ha un gran brutto meno davanti rispetto al 2011. Nonostante questo, resta un settore che, seppure a determinati livelli, affascina 

il turista. Questo per diversi fattori. Innanzitutto le nuove tecnologie sono migliorate al punto da tradursi in condizioni sempre più comode e vantaggiose per i viaggiatori. Inoltre, i prezzi per chi intende intraprendere un viaggio en plein air sono resi competitivi grazie ad alcuni grandi marchi europei che, come ho detto poc’anzi, investono fiduciosi nell’ industria del caravanning tricolore. Insomma, la crisi del camperaggio potrebbe, a breve, diventare solo un brutto ricordo. Ma questo potrà avvenire se e solo se, si riscoprisse il piacere del contatto con la natura e se ognuno di noi assaporasse il gusto dell’avventura. I camperisti tornano alle origini, diventano nomadi, scoprono posti e strade che mai avrebbero pensato di percorrere. Una passeggiata a quattro ruote da Nord a Sud, senza esclusione di luoghi, alla riscoperta di uno stivale che troppo spesso viene tralasciato per scarpe più nuove, magari estere che promettono un mondo alla moda che non ha nulla da invidiare alle nostre terre. Avete mai osservato la Sicilia dal finestrino di un camper? Da Messina a Taormina, passando per il calore dell’ Etna, attraversando i profumi della Catania più viva, portati dal vento di Agrigento per poi fermarsi a guardare le stelle a San Vito lo Capo. Ma è solo una delle tantissime regioni a misura di camperista. Non è la sola ad avere, infatti, PUNTI DI SOSTA, anche notturna che si protrae anche oltre le 24 ore, AREE ATTREZZATE, strutture pubbliche e private destinate a veicoli ricreazionali, CAMPER SERVICE per scarico di serbatoi e rifornimento idrico e infine CAMPER STOP, ossia tariffe forfetarie per camperisti itineranti, messe a servizio dai campeggi e da aree attrezzate. Ma, fino ad ora, ho analizzato dal punto di vista tecnico e pratico, il turismo all’aria aperta. Non dimentichiamo però, l’aspetto romantico, la portata culturale di un camperaggio itinerante. C’è un contatto con il mondo esterno e, a sua volta, con l’umanità che apre la mente, tende le braccia, respira il profumo del non conosciuto che è lì ad aspettare qualcosa o qualcuno che possa scoprirlo e diffonderlo ad altre braccia tese, ad altre menti aperte. E chi, se non l’Italia, può sapere quanto c’è bisogno, in questo periodo, di occhi che guardano al futuro, di mani pronte a toccare altre mani, di un mondo da scoprire su quattro ruote.

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